lunedì 27 aprile 2015

DIVORZIO BREVE: È LEGGE MA SEPARAZIONE E DIVORZIO SEMPLIFICATI SONO UN’ALTRA COSA


Nei mesi scorsi alcuni assistiti e diversi lettori mi hanno domandato come si potesse accedere al divorzio breve di cui tanto sentivano parlare ritenendo che fosse stata approvata una legge per la quale era consentito loro di porre fine al legame coniugale in tempi rapidi e senza eccessivi oneri. Le espressioni contenute nei titoli di molte testate giornalistiche, in effetti, hanno indotto i lettori a credere che il tempo di riflessione tra separazione e divorzio non fosse più di tre anni ma si fosse ridotto. In realtà, però, le cose non stavano così! L’eccessiva necessità di semplificazione e la tentazione di stuzzicare la curiosità hanno indotto, in molte occasioni, i redattori delle note e degli articoli informativi sull’argomento ad utilizzare impropriamente la dizione divorzio breve. Tale espressione è stata infatti utilizzata per indicare la possibilità offerta dal legislatore, a partire dalla fine dello scorso anno, di ricorrere alla separazione ed al divorzio, sussistendone i requisiti, con una modalità semplificata e meno costosa ma che di fatto lasciava inalterati i tempi previsti dall’ordinamento giuridico per accedere al divorzio stesso, dopo aver ottenuto la separazione, consensuale o giudiziale che fosse. In sintesi, si è ingenerata confusione tra la possibilità, concessa dalla legge (L. 162/2014), di ricorrere alla separazione, ma anche al divorzio, attraverso l’accordo da manifestare davanti al Sindaco nella sua qualità di ufficiale di stato civile anziché davanti al giudice, con una procedura più snella, indipendentemente dall’assistenza o meno di un legale, con quanto invece era ancora al vaglio del parlamento in ordine alla possibilità di ridurre le tempistiche per dirsi definitivamente addio. Le norme in questione sono state finalmente approvate solo qualche giorno fa… 

mercoledì 22 aprile 2015

SE IL MEDICO DI FAMIGLIA SBAGLIA, PAGA ANCHE L'ASL


Ho appena finito di esaminare la meritevole pronuncia, emessa dalla terza sezione civile della Suprema Corte, in tema di responsabilità medica, di cui tanto si è parlato nelle ultime settimane e che merita indubbiamente attenzione. Devo dire che in barba ai recenti, isolati e inopportuni tentativi di scardinare l’attuale sistema risarcitorio (mi riferisco, naturalmente, alla nota sentenza del giudice meneghino, Patrizio Gattari, che ha impropriamente inquadrato la natura della responsabilità del medico nell’ambito degli illeciti extracontrattuali, con negative ripercussioni sulla tutela dei danneggiati), che individua correttamente la natura della responsabilità dei sanitari nel noto criterio del “contatto sociale”, la decisione in questione non solo ha il merito di riconfermare tale principio ma ha inoltre fatto chiarezza su un altro importante capitolo di questa complicata materia. Finalmente i giudici, con ammirevole processo logico e interpretativo, hanno affermato la regola in base alla quale l’Azienda Sanitaria Locale (ASL), cui spetta il compito di erogare ai cittadini i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), è responsabile unitamente al medico generalista, vale a dire quello che comunemente chiamiamo “di famiglia”, per gli errori professionali commessi da quest’ultimo. Ma i passaggi logici che devono essere portati all’attenzione di tutti, sono molteplici…

lunedì 20 aprile 2015

INFRAZIONI AL CODICE DELLA STRADA, ILLEGITTIMO IL VERBALE NOTIFICATO DOPO 90 GIORNI


Traggo spunto da una importante e recentissima sentenza emessa dal Giudice di Pace di Milano, per svolgere alcune brevi considerazioni in tema di validità dei verbali di infrazione al Codice della Strada notificati al destinatario oltre il termine previsto dalla legge. Tra i casi più eclatanti vi è quello del Comune di Milano che, attraverso escamotage e particolari espressioni linguistiche riportate nei verbali, si ostina imperterrito e sfacciato a notificarli ai malcapitati automobilisti nonostante il termine, indicato dalla legge, sia già decorso. Tra l’altro, rammento ai nostri lettori, che la decorrenza di tale termine comporta la decadenza dalla possibilità di far valere la contestazione contenuta nei verbali stessi. Come di consueto, prima di entrare nel merito ed esaminare il contenuto della sentenza del Giudice di Pace meneghino mi pare opportuno rivedere cosa stabilisce la norma che ci interessa.

giovedì 16 aprile 2015

BED & BREAKFAST IN CONDOMINIO, UNA QUESTIONE COMPLICATA


In tempi di crisi è difficile trovare un lavoro stabile che dia garanzie per il futuro e sempre più spesso, per sbarcare il lunario, ci si trova a dover aguzzare l’ingegno per trovare soluzioni talvolta coraggiose ma che possono rivelarsi vincenti. Questo è il caso di chi ha scelto di aprire un’attività di Bed & Breakfast (altrimenti conosciuto come B&B). Il Bed & Breakfast si caratterizza per essere un’attività di carattere saltuario, svolta a conduzione familiare da parte di soggetti privati che utilizzano parte della propria casa per offrire un servizio di alloggio – pernottamento e prima colazione. Secondo il rapporto pubblicato dall’Istat, nel 2014 il numero dei B&B in Italia è arrivato a 25.000 unità. L’incremento dei Bed and Breakfast nel panorama dell’offerta ricettiva italiana è stato del 5,8% rispetto al 2012. I B&B danno lavoro a circa 40.000 persone per un fatturato di circa 128 milioni di euro. Valori questi, che, secondo le ultime tendenze, sembrano essere destinati ad una costante crescita. Ma è legittimo esercitare questo tipo di attività senza il consenso dell’assemblea di condominio?

lunedì 13 aprile 2015

COSA SIGNIFICA ESSERE AVVOCATI? (Milano 9 aprile 2015, Palazzo di Giustizia)


È sabato. Sto passando in rassegna qualche sentenza e alcuni dei quesiti che quotidianamente mi vengono sottoposti. Insomma, sto facendo quello che spesso mi capita di fare durante il week end: un po’ di archivio del materiale raccolto e poi un po’ di aggiornamento sulle sentenze e gli argomenti giuridici più dibattuti durante la settimana, ma soprattutto sto studiando, perché un buon avvocato non smette mai di farlo e perché senza libri e riviste di diritto sarei come un manovale senza attrezzi. E così, è già qualche ora che leggo e rileggo; oggi, però, nulla riesce ad incuriosirmi né ad attirare la mia attenzione. Oggi mi manca il fuoco, la passione che mi aiuta ad accettare qualunque sacrificio e amarezza, quel fuoco ardente che mi fa venir voglia di approfondire, che mi porta a gioire senza misura quando arriva la sentenza che canta vittoria e a sopportare la sconfitta, da cui riparto più forte e arricchita (naturalmente non mi riferisco al portafoglio). Eh sì, perché quando ami ciò fai e ciò che sei non puoi rimanere indifferente di fronte a nulla. Oggi, invece, forse per la prima volta, mi sento privata di quell’entusiasmo che mi accompagna sempre. Non ne ho voglia! Non ho voglia di capire, di conoscere, di buttare il sangue per le cose in cui credo. Semplicemente non ne ho voglia. Sono passati solo due giorni! Troppo pochi per schiacciare lo sconforto e non sentire il dolore sordo dei colpi di pistola che rimbombano ancora a Palazzo … 

mercoledì 8 aprile 2015

ASSICURAZIONE: PER IL FURTO DEL VEICOLO MEGLIO IL VALORE A NUOVO O IL VALORE COMMERCIALE?


Stipulare un contratto assicurativo per la Responsabilità Civile Auto è circostanza che molti di noi prima o poi affrontano. Conoscere e capire per saper valutare ciò che ci garantisce al meglio è, invece, un fatto riservato a pochi. Spesso è la fretta o, più frequentemente, specie di questi tempi, la necessità di limare più possibile il premio assicurativo, accade quindi che molti di noi sottoscrivano dei contratti senza comprendere il reale significato delle condizioni che hanno accettato. Capita, allora, drammaticamente che ci si accorga della portata e dei limiti di ciò che si è scelto proprio nel momento in cui si verifica il sinistro. In merito ai veicoli, come tutti sanno, vige l’obbligo di assicurazione per i danni che possono essere cagionati alle persone e alle cose altrui dalla circolazione. Oltre alla garanzia per la responsabilità civile è possibile, tra l’altro, estendere il contratto ad altre garanzie accessorie facoltative. È così possibile garantirci dal rischio di furto o di incendio del veicolo o da altri eventi (atti vandalici, rottura dei cristalli, traino del veicolo in caso di guasto meccanico etc.) che potrebbero comportare, un danno economico ingente e difficilmente sopportabile. Tra questi l’evento furto è indubbiamente uno dei rischi più temuti che si cerca di garantire per non patire perdite economiche ingenti. Non tutti sanno, però, che i criteri indennitari e quindi, l’ammontare del risarcimento cambia a seconda delle scelte operate, più o meno consapevolmente…

sabato 4 aprile 2015

SERVIZI SOCIALI: INCONTRI PROTETTI CHE NON HANNO PROTETTO NESSUNO


Nei giorni scorsi, alcuni quotidiani di informazione hanno pubblicato una notizia che mi ha lasciata sgomenta. Non riuscivo a credere a ciò che leggevo e, quindi, ho cercato di approfondire e acquisire maggiori dettagli per tentare di comprendere i criteri giuridici sulla base dei quali i giudici, di merito e di legittimità, sono giunti ad una conferma di assoluzione per tutti i soggetti coinvolti. Stranamente, peraltro, ho riscontrato che le decisioni in parola non erano disponibili né sulle banche dati più conosciute né, come spesso accade, sul web. In effetti, il caso in questione non ha avuto grande risonanza mediatica ed anzi, ad eccezione di qualche testata giornalistica e personaggio famoso (Dario Fo) che ha abbracciato la causa della vittima, una madre disperata che ha perso un bimbo di otto anni, assassinato dal padre notoriamente violento, ho avuto la sensazione che non vi fosse interesse a coltivare la diffusione dei contenuti legati a questa notizia. Il tema attorno a cui ruota questa terribile vicenda è la denuncia di condotte violente perpetrate dall’ex compagno nei confronti di una donna (violenza di genere, all’interno delle mura domestiche) e, di riflesso, quella assistita indirettamente, dal figlioletto di entrambi. Durante uno degli incontri protetti tra il padre ed il bimbo, organizzati dal servizio sociale, operativo presso il comune di San Donato, paesino dell’hinterland milanese, il padre ha ucciso il piccolo, di appena otto anni, sparandogli un colpo d’arma da fuoco e sferrandogli ben trenta coltellate. Immagino che, com’è stato per me, vi starete chiedendo come sia potuto accadere tutto ciò in un ambito che, per definizione, doveva essere “protetto” …