lunedì 28 novembre 2016

LAVORO: TRUFFATORI I FURBETTI DEL CARTELLINO!


Sui furbetti del cartellino si è detto ogni genere di commento negativo. Condannati dall’opinione pubblica, malvisti dai colleghi onesti, stanati dai datori di lavoro anche con l’utilizzo di investigatori privati, incarnano il dipendente infedele per eccellenza, quello che consapevolmente e intenzionalmente pone in essere condotte di mala fede e slealtà nei confronti del datore di lavoro tali da incidere sul rapporto fiduciario e che, per questo, è meritevole di licenziamento. Ma una recente sentenza della Corte di Cassazione ha evidenziato la rilevanza anche penale di una tale condotta, che, ove si traduca in un danno economicamente apprezzabile per il datore di lavoro, configurerebbe il reato di truffa aggravata. Cerchiamo, allora, di capire meglio.

lunedì 21 novembre 2016

LAVORO: LE ASSENZE ECCESSIVE LEGITTIMANO IL LICENZIAMENTO?


Nel nostro ordinamento giuridico, il rapporto di lavoro è caratterizzato da due obbligazioni reciproche principali: quella del datore di lavoro di corrispondere la retribuzione e quella del lavoratore di effettuare la prestazione lavorativa. Risulta, pertanto, evidente lo squilibrio che viene a crearsi nell’ambito del rapporto quando il lavoratore non adempia alla propria obbligazione, determinando così, non solo un danno economico e di immagine al datore di lavoro, ma anche uno svilimento dell’elemento fiduciario alla base del rapporto lavorativo. Basti pensare ai casi di dipendenti infedeli, assenteisti o fannulloni. Ma, anche le troppe assenze effettuate dal dipendente sono state spesso causa di controversie che hanno condotto fino al licenziamento del dipendente, la cui prestazione risultava in tal modo non sufficiente e poco proficua per il datore di lavoro, in quanto inadeguata sotto il profilo produttivo e organizzativo. Ma, non tutti i casi di reiterate assenze possono condurre automaticamente e legittimamente a un licenziamento…

mercoledì 16 novembre 2016

CONDOMINIO: HOME RESTAURANT SOLO SE IL REGOLAMENTO NON LO VIETA!


Avete mai sentito parlare di sharing economy? È un nuovo modello economico basato sul riuso e sulla condivisione di beni, servizi o conoscenze, con effetti positivi sia in termini economici sia in termini di impatto sull’ambiente. Ne sono esempi molto noti il co-working ed il car-pooling, che consistono rispettivamente nella condivisione, tra persone appartenenti a diverse realtà lavorative e tra loro estranee, dell’ambiente di lavoro o di automobili private, allo scopo principale di ridurre le spese di affitto, organizzazione o trasporto. Ma, da qualche anno si è fatto largo anche l’home restaurant, cioè l’utilizzo della propria abitazione privata per svolgere attività di ristorazione. Nato timidamente come un modo per far fronte alla crisi economica, si è rapidamente diffuso tanto da richiedere una disciplina normativa, proprio in questi giorni in discussione in Parlamento. Presto quindi potremo ritrovarci in condominio ristoranti casalinghi, con odori, rumori ed avventori ad animare i pianerottoli. Ma il condominio si potrebbe opporre a tutto ciò?

venerdì 11 novembre 2016

LOCALI PUBBLICI: RUMORI NOTTURNI E MOLESTI, IL REATO C’È


Capita spesso, ad alcuni di noi, di non riuscire a riposare la notte a causa dell’eccessivo rumore proveniente dai locali pubblici sotto la nostra abitazione o per via dei suoi frequentatori. Le forze dell’ordine, chiamate per risolvere la situazione, sono spesso con le mani legate, avendo i gestori delle attività commerciali tutti i permessi per restare aperti fino a tarda ora. Sembrerebbe che non ci sia alcuna via di scampo. Ma è realmente così? Il famoso meritato riposo è un’utopia per chi abita nelle vicinanze di un locale della movida notturna? La Corte di Cassazione Penale, di recente, ha tuttavia dato una speranza...