mercoledì 22 febbraio 2017

TAXI CONTRO NCC: QUANDO SPUNTA LA PISTOLA (GIOCATTOLO)


Argomento decisamente hot, da qualche giorno, infatti, non si fa altro che parlare della protesta dei tassisti, cui si sono accodati i conducenti di auto a noleggio, che reclamano a gran voce una regolamentazione del settore ferma da anni e promessa a più riprese dai governi che si sono succeduti negli ultimi due decenni. Non si tratta solo di una questione di informazione considerato che il trasporto, pubblico o privato che sia, svolge una funzione, per così dire, sociale. Il tema che vorrei affrontare oggi, tuttavia, non è l’indignazione ed il malcontento popolare, seppur indiscutibile, per la totale assenza di questo importante e indispensabile servizio in quasi tutte le maggiori città italiane. Ciò che ha solleticato la mia vena scribacchina oltre all’evento in sé e al clamore mediatico che ha suscitato, è in realtà il clima di forte tensione che sta caratterizzando la protesta. La categoria è davvero molto compatta, arrabbiata e determinata. Prima era Taxi contro Uber, ora contro NCC e il Decreto Milleproroghe proposto dal governo Gentiloni, dargli torto? Rispondendo non vorrei cedere alle consuete e facili invettive contro coloro cui abbiamo affidato il difficile e nobile compito di legiferare. Non cederò, quindi, all’umana tentazione limitandomi a circoscrivere il mio pensiero di giurista alle conseguenze cui, ahimè, andranno incontro i protagonisti di questa vicenda con riguardo, in particolare, a qualcuno tra gli episodi più eclatanti balzati agli onori della cronaca. Cerchiamo di capire…
 
INTANTO CHIARIAMO I MOTIVI DELLA PROTESTA I tassisti lottano da anni per ottenere una regolamentazione del settore che dovrebbe contrastare l’abusivismo e dettare norme che consentano, da un lato, di tutelare gli investimenti di una vita e, dall’altro, stabilire regole chiare sulla concorrenza esercitata, di fatto, da multinazionali come Uber ed in parte dal Noleggio con Conducente (N.C.C.). Nel 2008 si arriva, finalmente ad un pacchetto di disposizioni contenute in una bozza di Disegno di Legge che, tuttavia, suscita malumori e discussioni e che non ha mai visto un epilogo concreto lasciando, quindi, spazio a pratiche abusive e niente affatto tutelanti per tutti quei soggetti che hanno finanziato le proprie licenze d’esercizio. L’acquisto di queste ultime avveniva, e ancora avviene, investendo i risparmi di una vita con l’auspicio di poter un giorno monetizzare tale sacrificio a garanzia di una pensione decorosa. La liberalizzazione e le norme sulla concorrenza hanno di fatto palettato tale possibilità aprendo il varco ad una serie di pratiche dannose per la categoria dei tassisti sia in termini di redditività sia con riguardo al valore delle costosissime licenze d’esercizio.

DI RECENTE L’ENNESIMA BATTUTA D’ARRESTO… Al centro della protesta, che ha indotto le auto bianche a uno sciopero serratissimo e molto compatto, vi è la misura contenuta nel decreto Milleproroghe che farebbe slittare, ancora una volta, l’emanazione di alcune norme sulla concorrenza. Fatto questo che, in concreto, agevola le pratiche deregolamentate poste in essere da Uber e dai N.C.C. (Noleggio Con Conducente). In sostanza, qualora l’emendamento contenuto nel Milleproroghe, e già approvato dal Senato a firma della senatrice PD Linda Lanzillotta, venisse confermato, l’approvazione del pacchetto di norme che dovrebbe disciplinare il settore del trasporto di persone slitterebbe al 31 dicembre 2017. A tale data verrebbe dunque rinviata l’entrata in vigore del decreto del Ministero delle Infrastrutture contro l’esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente prorogando il divieto di sosta in posteggio di stazionamento su suolo pubblico nei comuni ove sia esercitato il servizio di taxi. L’emendamento in questione, dunque, confermando la deregolamentazione del settore, è stato, non a caso, soprannominato Pro Uber.

…CHE HA SCATENATO LA RABBIA DEI TASSISTI! È chiaro che in queste condizioni di incertezza la categoria si sia rivoltata reclamando una presa in carico urgente da parte del governo. Stanchi di rinvii e leggine poco significative i tassisti hanno dunque incrociato le braccia e sono scesi in piazza manifestando il loro dissenso al lassismo governativo. La protesta ha assunto tuttavia toni decisamente aspri con momenti di grande tensione sia in occasione dei cortei, regolarmente autorizzati, sia soprattutto in occasione delle serrate, chiaramente irregolari, organizzate davanti a stazioni e aeroporti per impedire azioni di crumiraggio e sfruttamento della situazione. Per non parlare, poi, degli appostamenti e degli agguati organizzati contro i driver assoldati da Uber e nei confronti dei conducenti di auto a noleggio. Ne sono così scaturite vere e proprie risse, danneggiamenti, minacce e, dulcis in fundo, aggressioni anche mediante l’uso di mazze e altre armi più o meno lecite che hanno indotto le Autorità ad effettuare fermi di polizia e denunce per garantire l’ordine pubblico. Insomma, non si può certo dire che i tassisti la stiano mandando a dire ingaggiando una vera e propria battaglia dai toni, a tratti, anche violenti a difesa delle esigenze di categoria.

…È PURE SPUNTATA L’ARMA GIOCATTOLO Tra gli episodi più significativi mi è balzato all’occhio quello che ha destato maggiore clamore mediatico. In breve nella notte del 20 febbraio, nel pieno della protesta, un conducente di veicolo a noleggio, che aveva appena scaricato un cliente in Piazza Savoia a Milano, è stato aggredito da un gruppo di tassisti che lo hanno bersagliato con lancio di uova imbrattandogli, internamente ed esternamente, l’auto nera. Il driver ha così reagito all’avvicinarsi minaccioso dei tassisti estraendo una pistola, poi rivelatasi una semplice arma giocattolo. Il fatto di per sé parrebbe poco significativo e, tuttavia, è costato all’uomo una denuncia per minacce aggravate dall’uso di arma. È così che, recependo lo sbigottimento di alcuni conoscenti, ho pensato che soffermarmi sulla questione potesse essere utile. Giuridicamente parlando, la condotta del driver è un comportamento penalmente rilevante, nonostante quanto possa apparire ai più. L’uso di arma giocattolo in un contesto di minacce costituisce un aggravante al pari di quanto accade per l’uso di armi proprie ovvero dotate di potere lesivo.

I GIUDICI CONDANNANO TALE CONDOTTA APPARENTEMENTE INNOCUA! Secondo costante giurisprudenza, infatti, ciò che conta è l’effetto intimidatorio che deriva sulla persona offesa dall’uso di un oggetto che abbia l’apparenza esteriore dell’arma, in quanto tale effetto intimidatorio è dipendente non dalla effettiva potenzialità offensiva dell’oggetto adoperato, ma dal fatto che esso abbia una fattezza del tutto corrispondente a quella dell’arma vera e propria cosicché possa incutere il medesimo timore sulla persona offesa (Cassazione penale, Sentenza del 20 aprile 2016, n. 16366). Occorre, tuttavia, precisare che, di per sé, uscire da casa con un’arma giocattolo privata del tappo rosso non è reato e tale condotta può, al limite, costituire un illecito amministrativo. Tale comportamento diventa rilevante penalmente solo nell’ipotesi in cui con tale giocattolino si commette un reato per il quale l’uso dell’arma, vera o no che sia, costituisce un aggravante. Per intenderci, lo diventa ad esempio nel caso in cui con tale arma si commette una rapina o si minaccia qualcuno (Cassazione penale, Sezione VII, Ordinanza del 15 gennaio 2015, n. 38216; Cassazione Sezioni Unite, Sentenza del 6 marzo 1992, n. 3394). Ricorda, infatti, la Suprema Corte che, in tema di minaccia, ricorre l’aggravante dell’arma anche nel caso di una pistola giocattolo, in quanto qualsiasi oggetto che abbia all’apparenza le caratteristiche intrinseche di un’arma può provocare nel soggetto passivo un effetto intimidatorio più intenso.

TORNANDO ALLA PROTESTA DEI TASSISTI e senza entrare nel merito delle motivazioni che hanno indotto e inducono la categoria ad invocare tutele e regolamentazione, da giurista mi viene da sottoporre all’evidenza degli interessati che certe forme di lotta non sono esenti da conseguenze su un piano giuridico. Attenzione, dunque, e, come sempre, un invito a sfruttare i modelli legittimi che il sistema ci mette a disposizione.


Avvocato Patrizia Comite – Studio Comite